Pur di non fare i conti con la realtà preferiamo convivere con la finzione, spacciando per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo. La realtà, a vederla bene, è dura, squallida, non sempre giusta e, anche se smettiamo di crederci, non svanisce. La realtà è insopportabile e spesso cerchiamo di renderla più accettabile inventandoci chimere di ogni genere, ciascuna delle quali gravida di delusioni che non tarderanno a presentarsi.
Tali speranze naufragheranno contro la rude concretezza delle cose anche se non tutti sono convinti come la realtà abbia sempre la supremazia sui sogni. Perciò cerchiamo di modificare questo stato di cose, riponiamo la verità sotto una maschera, facciamo finta di essere un'altra persona, di vivere in un altro mondo: un mondo di molta apparenza e di poca sostanza.
Tali speranze naufragheranno contro la rude concretezza delle cose anche se non tutti sono convinti come la realtà abbia sempre la supremazia sui sogni. Perciò cerchiamo di modificare questo stato di cose, riponiamo la verità sotto una maschera, facciamo finta di essere un'altra persona, di vivere in un altro mondo: un mondo di molta apparenza e di poca sostanza.
Ma, secondo un detto popolare, non è tutto oro quello che riluce.Internet è un mondo "parallelo", fonte di informazioni, di relazioni sociali, di crescita culturale e, come nella vita reale, di criminali e di persone pronte ad approfittare della buona fede degli utenti. Sempre più spesso, ormai, si sente parlare di furti d'identità, di scippi virtuali, di phishing e di social network utilizzati per danneggiare quegli ingenui che non hanno ben chiara la commistione esistente tra la finzione della rete e la cruda realtà del mondo vero.
Realtà digitale: una iperrealtà.
E' uno strano mondo dove ci possiamo affrancare dalla schiavitù sensoriale e dove sostituiamo i sensi principali di cui siamo dotati con altri sensi, sensi elettronici, chiamati periferiche, decisamente più potenti e precisi. In questo mondo la nuova vista è costituita da un visore (un casco o dei semplici occhiali) in cui gli schermi vicini agli occhi annullano il mondo reale dalla visuale dell'utente e restituiscono diversi ambienti. Il visore può inoltre contenere dei sistemi per la rilevazione dei movimenti, in modo che girando la testa da un lato, ad esempio, si ottenga la stessa azione anche nell'ambiente virtuale. L'udito, potenziato all'eccesso, è costituito da auricolari che trasferiscono i suoni all'utente. Il tatto e la manipolazione degli oggetti viene eseguita con i cosidetti "wired gloves" (guanti) che rimpiazzano mouse, tastiera, joystick,trackball e altri sistemi manuali di input. Sono utilizzati per interagire nel mondo virtuale con movimenti, per impartire comandi, per digitare su tastiere immaginarie, ecc.
Ci si serve inoltre di una cybertuta ovvero una tuta dotata di sensori elettronici che avvolge il corpo. Può avere molteplici utilizzi: può simulare il tatto flettendo su se stessa grazie al tessuto elastico, può realizzare una scansione tridimensionale del corpo dell'utente e trasferirla nell'ambiente virtuale. Insomma in questo contesto trascendiamo dalla nostra fisicità e diventiamo come il cervello di un nuovo individuo dotato di forza e capacità superiori.
Cyberrealtà: illusione o raltà ? A questo punto possiamo pensare che, se fino ad ora un qualsiasi individuo può fare propria una diversa realtà snza però dimenticare che essa è un facsimile della vita reale, chiunque può buttare alle ortiche l'ambiente da dove proviene e far propria questa nuova illusione, questa nuova e immaginifica esperienza. Egli dunque esiste, completamente dimentico della reale realtà, cresce ed opera all'interno di una nuova esperienza vitale. Per lui non esisteranno altre realtà se non quella in cui vive: è un uomo nuovo, diverso, un esemplare umano che abita incoscientemente nell'utopia. Egli utilizza tutta la tecnologia esistente e crede fermamente nella nuova filosofia: è un Cyborg.
In conclusione noi non siamo più, come le generazioni precedenti ci hanno insegnato, ciò che dovremmo essere, poveri, ricchi, istruiti e non, operai, contadini, dottori, belli o brutti, intelligenti o stupidi, eccetera ma siamo ciò che facciamo finta di essere, siamo ciò che vogliamo sembrare: una immagine virtuale di noi stessi. E, lasciatemelo dire, solo che in questo caso dovremmo porre un po più di attenzione in ciò che facciamo finta di essere.
*******************************************************
C'è un altro post che potrebbe interessarti. Se vuoi leggerlo clicca qui.