21 gen 2013

BATRACOMIOMACHIA

Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia. (Otto von Bismarck)

Evviva, la campagna elettorale è cominciata, finalmente lo spettacolo è iniziato un'altra volta ancora, un'altra tornata si è riavviata, siamo tutti ansiosi di sapere chi vincerà e facciamo il tifo, parteggiamo per l'una o per l'altra coalizione di partiti politici. I contendenti (sempre gli stessi) sono tutti lì ansiosi di lanciarsi sulla dirittura finale: nel gran derby tutto è permesso e i colpi bassi non si lesinano a nessuno.

Gli atleti che gareggiano si sono attribuiti nomi fantasiosi ed evocativi, abbiamo così un Berlusconi pifferaio, un Monti mascalzone, un Bersani Gargamella, un Maroni barbaro sognante senza dimenticarci poi del trio sciagura, dell'ebetino di Firenze, del supercazzolaro e così via. A un mese dalle elezioni è una campagna tutta piena di insulti: il ridicolo avvolge la nostra (austera!?) classe politica e la contesa appare futile, disdicevole, la polemica sciocca. 

Mi viene in mente un antico poemetto attribuito ad Omero chiamato "Batracomiomachia" nel quale, sovvertendo in chiave di parodia, tematiche, scene e motivi dell’epica arcaica, si narra di un feroce conflitto combattuto tra topi e rane. In questa storia i combattenti si fronteggiano agguerriti, la contesa è furiosa e non manca una terza parte (i granchi) che chiamati come alleati determinano la vittoria di uno dei due eserciti oltre al cosiddetto "deus ex machina" (Zeus) che dall'alto dell' Olimpo sorveglia il campo di battaglia intervenendo solo quando occorre.

La similitudine con quanto avviene oggi in questa contesa elettorale è impressionante: ci sono tutti gli elementi, i due principali oppositori di destra e di sinistra, le formazioni di centro determinanti per l'attribuzione della vittoria finale, e sullo sfondo, l'Europa che attende, incuriosita, il risultato definitivo riservandosi eventuali interessate azioni. Ma non dobbiamo dimenticarci una cosa, le rane e i sorci che vivono con passione totalizzante la loro epopea guerresca e così i loro re, generali, soldati, eroi e traditori sono una nullità, un niente nel contesto generale. Il teatro delle loro epiche gesta altro non è se non una pozza d'acqua stagnante che un incauto passante può definitivamente modificare con il semplice lancio di un sasso.

Sarebbe forse il caso di prendere in considerazione che potremmo, noi elettori e cittadini, rivestire le vesti del passante, in questo caso non proprio incauto.

****************************************************
Esiste una altro post che potrebbe interessarti. Se vuoi leggerlo clicca qui.