3 giu 2013

LEGA NORD: MACROREGIONE E MICROCERVELLI

A chi critica la macroregione dicendo che spacca l'Italia e la divide rispondiamo che noi siamo l'anticipazione della nuova Europa. L'iniziativa europea della Regione Alpina, ad esempio, è già partita, con la firma lo scorso giugno, da parte dei governatori interessati in Svizzera. 

Bingo! Con queste parole pronunciate dal governatore lombardo sul tema della macroregione del nord - idea già cara dal fu ideologo e fondatore della Lega Gianfranco Miglio - la Lega abbandona definitivamem l'utopia della padania e si proietta, incurante della sua reale consistenza politica, su un teatro ben più vasto e impegnativo. Per il Carroccio il disegno della macroregione è una sorta di trampolino di lancio verso l’Euro regione alpina che vedrebbe il Nord Italia coordinarsi con la ricca Baviera e con altre aree di paesi limitrofi quali, ad esempio, Austria e Slovenia.

In realtà questa ipotesi e' solo una grande balla, è una bella bandiera da sventolare sotto il naso del ridimensionato elettorato del Carroccio: la sua realizzazione infatti presupporrebbe una rivoluzione politico istituzionale su cui i leghisti hanno finora furbescamente sorvolato. Ma non dimentichiamoci che la Lega 2.0 di Roberto Maroni, dopo l’exploit delle regionali in Lombardia, ha infatti ripreso la strada verso il declino. Da Brescia a Treviso passando per Vicenza, Sondrio e Imperia e Lodi in tutti i grandi comuni il partito che fu di Bossi ha perso voti sia in termini assoluti che in termini percentuali.

Ma cosa pensa Maroni che l'ennesima macroballa della macroregione sia la panacea dei mali della Lega pre e post Bossiana!!? Illuso!! La realtà, non l'illusione, è che Lega Nord è il vero sconfitto di queste amministrative 2013. A questo punto il ridicolo mi assale, ma come un pseudo partito con un risicato 4% di suffragi si erge a comandante di una addirittura macro regione del nord ma, fatemi continuare a ridere, perché quando il PDL revocherà il suo appoggio tutta questa messinscena cascherà come un castello di carta, e i vari Maroni, Bossi, Salvini e compagnia cantante forse emigraranno dalla macro regione e torneranno in Italia.

Era il 10 aprile 2012 e l’avevano ribattezzata la notte delle scope. Oggi la Lega Nord sembra essere rimasta con la scopa in mano e non saper più dove girarsi, la sberla in faccia che il Carroccio ha ricevuto con queste elezioni è talmente forte da tramortire tutti i suoi dirigenti anche se sono riusciti a calare una cortina di colpevole silenzio e a camuffare l’inesorabile perdita di consenso. Povero Maroni pensa di essere in leder ma è solo una pedina nelle mani del Berlusca che non lo lascia andare da solo neanche alle consultazione con Napolitano.

Basta pagliacciate e, soprattutto, basta votare buffonate incostituzionali: la lega, diventata succursale del PDL, e' patetica con numeri esigui ed è presente in parlamento solo perchè appoggiata dal partito azienda di Berlusconi.

Ma dal gran calderone leghista esce un altro specchietto per le allodole vera e propria parola d'ordine propagandistica per rinsaldare il popolo militante ormai allo sbando: il 75& delle tasse pagate dai contribuenti lombardi deve rimanere sul territorio. Altra improponibile buffonata sulla quale lo stesso Silvio Berlusconi aveva sminuito in campagna elettorale la presunta portata storica del nuovo mantra leghista: «Il 75%? Al Nord rimangono già ora le stesse somme, se si intende questa percentuale come comprensiva delle spese di tutte le istituzioni situate al Settentrione, quindi anche le Province, i Comuni e tutte le società o articolazioni che amministrano servizi pubblici».

Molte altre persone la pensano diversamente da loro e la macroregione è ancora un'idea mentre i cartelli con la faccia di Maroni e il naso da pinocchio sono una realtà. Insomma, dato che siamo ormai decisamente sul ridicolo, mi viene in mente che i leghisti potrebbero benissimo in realtà essere dei veri attori professionisti pagati per fare folclore e attirare i turisti giapponesi.

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