29 lug 2013

OMBRE DEL PASSATO

I ricordi trasformano gli eventi, hanno il potere di trasformare il passato e stravolgere il presente, soprattutto se accompagnati dalle emozioni. (Stephen Littleword).

Io non sono mai stato convinto di ciò che afferma Sant'Agostinoe cioè che il tempo non esiste in quanto è solo una dimensione dell'anima, Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro.  Penso invece come Il tempo andato in realtà  non sia mai passato  e che riviva ogni giorno in noi, faccia parte della nostra vita e  sia spesso all'origine di molti  comportamenti esistenziali. Il passato torna inesorabilmente a galla quando meno te l'aspetti, è  sempre in mezzo ai piedi anche se sicuramente qualcuno ti dirà di avere pazienza e che è solo una questione di tempo.

Tutte balle, il passato purtroppo fa parte di noi e, volontariamente o involontariamente condiziona presente e futuro. Condiziona il nostro carattere, il nostro modo di pensare e di agire, è parte integrante della vita. Il passato può insegnare tante cose, ci fa crescere  e  capire che esistono infinite sfumature fra il bianco e il nero dei nostri ricordi,  sfumature che svelano gli aspetti più nascosti del grande affresco della vita che è stata.

Ci sono giorni in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando sono trascorsi capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare distrattamente tanti. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato, che ormai non c'è più, ci si rende meglio conto di come sarebbe stato averlo nel presente. Il disprezzo del passato o è ignoranza o è paura: le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici, guardate da vicino non producono nessun effetto  e non ci si può vedere niente di bello finché non si guardano da lontano.

Ma nel passato non esiste solamente la nostra vita trascorsa , ci sono  le presenze di coloro che ci hanno preceduto, i nostri antenati. Come mai il loro ricordo   si fa così struggente, come mai conserviamo le loro foto, i loro oggetti, i loro cimeli, e più in generale cerchiamo di illuminare con i riflettori della memoria le loro vite e ci sforziamo di immaginare il loro mondo, il loro percorso esistenziale?


Non è mera curiosità, è che in noi, nella nostra fisicità corporea, conserviamo parte di loro, ne siamo il loro prolungamento temporale.Il nostro DNA funziona come un archivio e contiene non solo le istruzioni genetiche ereditate dalle generazioni passate, ma anche i ricordi dei nostri antenati. La memoria genetica quindi è composta,  in teoria, dai ricordi degli antenati tramandati attraverso il DNA nelle varie generazioni che sono succedute e la riprova è che esso permette agli animali di avere già diverse abilità "istintive" retaggio ed eredità degli esemplari precedenti.

Il passato, dunque, risulta schiacciato sul presente, non è un punto di partenza per le azioni quotidiane, ma una malinconica rimembranza, che a volte addirittura lascia passivi e apatici, Dal passato derivano le nostre situazioni esistenziali e in genere esso è la base di una costruzione completa della propria identità.

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