14 ott 2013

DUE SERIE QUESTIONI

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. (G.Gaber)

Sempre più spesso queste parole contenute nell'ultimo album di Giorgio Gaber diventano un nostro convincimento e sempre più spesso udiamo, nelle manifestazioni collettive presenziate dagli uomini di governo le urla di vergognatevi, vergogna, e frasi simili. Indubbiamente si agita all'interno di costoro una grossa questione, una questione ampiamente percepita dai cittadini, una questione che si riperquote sui consensi a loro riservati. A riprova il livello di astensione e il favore ottenuto dalla lista "Grillo" nelle ultime votazioni, una tendenza che, di questo passo, inevitabilmente si accentuerà in quelle prossime. Comunque sia, la questione presenta un duplice aspetto, quello della della serietà e quello della credibilità.


La questionne della serietà. "Sii serio". Quante volte ci hanno rivolto queto imperativo e quante volte lo abbiamo utilizzato rivolgendoci ai nostri interlocutori! Ma sembra che queste parole non tocchino minimamente i nostri scaltri governanti che, in nome della ormai abusata "ragion di stato", se ne infischiano ampiamente del comune sentire e operano all'insegna del "tanto facciamo quello che ci pare e piace". Purtroppo anche loro spesso non sembrano italiani e non seguono, come dovrebbero, le indicazioni provenienti dai "social", dai "talk shw", dai sondaggi e dai tanti flussi di comunicazione verticali esistenti.

E' convinzione comune che la politica debba essere per eccellenza al servizio del cittadino, ma non è così. Per lo più è esclusivamente funzione degli addetti medesimi, è auto referente, non si interessa più di regolare gli aspetti della nostra vita o del benessere dei cittadini. Essa si occupa ormai di regolare solo il proprio apparato partitocratico, di tutelare i suoi sponenti e di salvaguardarli dalle manifestazioni del pubblico disdegno.

Le ultime vicende, in un impeto di falso buonismo e di inspiegabile desiderio di "fare presto", riguardano appunto l'improvviso desiderio di sollevare coloro che abitano le patrie galere da inenarrabili sofferenze. E così i nostri governanti, quasi con le lacrime agli occhi, ormai da tempo quotidianamente ci illustrano le inaudite sofferenze somministrate ai detenuti per via del sovraffollamento delle celle, della loro insalubrità, della loro scarsa comodità, del vitto immangiabile, dei soprusi a loro (sic!) riservati, e così via con argomentazioni di ugual fatta. Ci sarebbe da commuoversi, come infatti avviene, senonchè.....

La questione della credibilità.
"Ma chi ci crede!" esclamano in coro coloro che riescono ad afferrare ciò che si muove dietro queste cose, che capiscono il non tanto palese scopo che si cela dietro questi contorcimenti verbali. La verità, va da sè, vien presto a galla: ecco che esce nuovamente fuori dal cilindro del prestigiatire, per i poveri carcerati (e non solo), l'istituto dell' indulto e dell'amnistia, patrocinati con gran vigore e massima visibilità nientepopodimeno dallo stesso presidente della repubblica e da tutti i partiti di governo. Boom!!!!

Sono anni che se ne parla e allora come mai proprio adesso, come mai con tale fretta, come mai si dà priorità assoluta a questo progetto quando altre e più pressanti esigenze premono sulla politica? E ancora, poichè è vero che esistono nelle carceri problemi di affollamento, perchè non si segue la strada più ovvia di aprire e rendere agibili tutti quegli istituti penitenziari che risultano tuttora chiusi e di costruirne dei nuovi, perchè si preferisce liberare tanti delinquenti che inevitabilmente tornerano in massima parte (statistiche insegnano) a delinquere?

La triste ma prevedibilissima spiegazione risale al fatidico giorno in cui il governo Letta si presentò alle camere per chiedere la fiducia. In tale occasione si verificò un fatto al momento incomprensibile: il gran capo dei partiti di destra, in procinto di scontare una condanna definitiva e che fino a mezz'ora prima aveva conclamato a gran voce che mai e poi mai, lui medesimo e i suoi accoliti al parlamento, avrebbero concesso la fiducia al governo, inspiegabilmente e nello stupore generale si pronunciò diversamente. Miracolo, ennesima capriola o più probabilmente cosa gli avevano promesso sottobanco?

Li per li molti (ma non tutti) non avevano compreso il senso dell'evento ma ben presto si appalesò la verità e cioè quale fosse la contropartita per la fiducia data. Ormai è tutto chiaro, la contropartita è rappresentata dall'approvazione di Palazzo Chigi e del colle dell'indulto e dell'amnistia a favore dei condannati. Questo, sia chiaro, non è certo un provvedimento istruito solo per liberare migliaia di reclusi e condannati e per sollevarli dalle loro sofferenze, ma esclusivamente per fornire ancora una volta un salvacondotto ad un solo individuo, il pregiudicato per eccellenza. Questa è veramente una incredibile vergogna nazionale. Ma io, sogno o son desto? E' mai possIbile che lo stato, con ciò, intenda ringraziare chi lo ha bellamente frodato?

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Esiste un precedente post sull'argomento. Se vuoi leggerlo clicca qui