20 nov 2013

GATTOFANTASMA

E' difficile riconoscere un gatto nero in una stanza scura, soprattutto quando il gatto non c'è. (Proverbio cinese)

Questo è il più folle e insieme il più semplice post che mi accingo a scrivere. Non mi aspetto né plauso nè apprezzamento alcuno per ciò che mi accingo a dire anche  perchè i miei stessi razionali ragionamenti respingono quanto hanno direttamente sperimentato i miei sensi. Debbo premettere che non soffro nenache minimamente di squilibri mentali, di allucinazioni psicotrope e non sono soggetto a visioni oniriche durante il mio stato di veglia quotidiano. Insomma  non sono matto e le parole che seguono hanno solamente lo scopo di esporre pianamente e succintamente una serie di semplici eventi domestici, senza commentarli.

C'è di mezzo un gatto, ed e noto come molti attribuiscono a questo felino un significato esoterico, quasi magico. E' un gattone  nero color antracite senza un pelo bianco sul mantello, di grande taglia, possente e indolente allo stesso  tempo, dagli occhi gialli e penetranti. E'un gatto che sicuramente appartiene a quella razza autoctona dei gatti di città, selvatico ma abituato alla presenza dell'uomo per il quale non mostra il minimo senso di timore.

Ora tutti sanno come nell'indole felina esista il concetto di territorialità e quindi il nostro gattone ha deciso che il territorio di sua pertinenza debba essere il mio giardino per cui doverosamente vi effettua regolari e pressochè quotidiane perlustrazioni. La cosa non mi dispiace affatto, infatti il nostro amico provvede a tenere lontani quei piccoli e sgraditi animaletti che di solito abitano il giardino e che vanno sotto il nome di topolini di campagna, lucertole, ramarri e affini. Ma non mi capacito, essendo il giardino completamente recintato, di come questo animale, non proprio piccolo, possa entrare ed uscire come più gli aggarda e per cercare di capire ho esaminato accuratamente la rete di recinzione senza trovarvi il più piccolo varco e d'altronde l'altezza è tale da escludere la possibilità di un suo superamento con un balzo, anche se felino.

Non è molto che ho notato la sua presenza. Ad essere sincero circa tre o quattro mesi fa per la prima volta ho visto come un'ombra scura con la coda dell'occhio e quando ho guardato in quella direzione non c'era assolutamente nulla. Altre volte ho avuto l'impressione della sua presenza furtiva senza mai riuscire a localizzarlo e ad individuarlo con precisione. Insomma quando guardavo direttamente, questa inquietante presenza scompariva di botto. Nè mai sono riuscito a trovare le sue impronte che avrebbero dovuto trovarsi sul selciato specie dopo un pò di pioggia, tant'è vero che mi ero quasi convito di avere a che fare con un fantasma dall'aspetto gattesco.

Ma una volte, finalmente, si è manifestato pienamente nella sua fisicità felina: è stato d'estate quando sul far della sera è passato lentamente, senza far alcun caso a me, davanti alla porta finestra che dà sul giardino. Mi sono subito precipitato fuori per poterlo incontrare ma...come al solito, era svanito nel nulla. E così per molte altre volte ancora finchè ho deciso di allettarlo con appetitosi bocconcini gatteschi e col recondito scopo financo di farlo entrare in casa e di offrirgli un vero e proprio banchetto a base di latte che per i felini, tra tutte le cibarie possibili, è la più gradita.

Ma, vi assicuro non c'è stato niente da fare. Non appena ho cercato di allettarlo con richiami vari e con l'offerta di leccornie, si è finalmente fermato e mi ha fissato con quel suo gelido scguardo giallastro, come fossi un demente. Ho cercato di accarezzarlo ma, non appena ha avuto sentore delle mie intenzioni, è balzato via ed è, come al solito, scomparso nel nulla.

Da allora in poi, ogni volta che transitava in perlustrazione con la sua andatura indolente davanti alla porta finestra, mi guardava fisso e se ne andava per i fatti suoi. Però non sempre è andata così. Una volta è arrivato, si è fermato in silenzio (non l'ho mai, e dico mai, sentito miagolare), si è seduto guardandomi e sempre guardandomi si è acciambellato davanti a me. Così è rimasto senza alcun movimento per un tempo indefinito.

E allora mi è sembrato di percepire il suo pensiero, di, come si usa dire, sperimentare un contatto mentale con lui. Ho capito che il gatto non voleva niente, ne cibarie ne carezze: voleva semplicemente essere me, voleva  entrare in casa e lì proseguire le sue giornate senza la mia presenza, voleva semplicemente sostituire la sua natura gattesca con la mia natura umana. E aspettava paziente che questo fatto si avverasse. Vi confesso che, dopo questa percepita rivelazione, sono rimasto alquanto scosso per cui ho tralasciato di interessarmi ancora al gatto, lasciando che liberamente andasse, venisse, perseguisse i suoi interessi secondo la sua natura di animale selvatico. Finché.....

Era quasi notte, pioveva, tirava un forte maestrale ed ero uscito in giardino per verificare la tenuta degli arredi esterni quando ho sentito un colpo secco come quello di una porta che sbatteva. E in realtà era la porta finestra della mia abitazione che, per un qualche motivo che non saprei quale fosse (per la mia sanità mentale tendo a pensare che la colpa fosse di un'improvvisa ventata) si era chiusa di colpo con la chiave dentro lasciandomi all'esterno in balia della imminente tempesta.

E' inutile dire che in tale frangente, mentre mi accingevo a pronunciare frasi poco riguardose e sgradite sia agli uomini e non, iniziavo a controllare se vi fossero altri accessi praticabili tipo finestre aperte ma senza alcun esito. Mi capitò così di guardare verso la camera da letto e, solo a pensarci mi si raggela il sangue nelle vene, nella penombra della sera il gatto era lì, dietro i vetri della finestra che mi guardava col suo gelido sguardo giallo mentre raspava sul vetro con una zampa come per salutarmi, come per dirmi "ti saluto, vai pure". E vi assicuro sembrava sorridere.

Insomma, bene o male e vi risparmio i particolari, sono riuscito ad entrare in casa e come prima cosa mi sono precipitato a cercare il gatto, prima in camera da letto e poi in tutta la casa. Come al solito del gatto nessuna traccia, non c'erano nemmeno le sue impronte che a rigor di logica avrebbero dovuto esserci.

Bene, la finale è presto detta. Se questo fatto che esula dalla normale esperienza quotidiana sia o no un'accadimento soprannaturale, un segnale metafisico o altro lo lascio decidere a voi, ma una cosa è certa: da allora in poi non ho più rivisto il gatto. Forse aveva capito che l'evento desiderato e che aveva aspettato per così tanto tempo non era nel novero delle cose possibili. Indubbiamente era un gatto intelligente.

Fatto sta che da allora provo un certo affetto per tutta la popolazione felina e anche loro, chissà perché, sembra mi conoscano e non è raro che quando ne incontro qualcuno venga spontaneamente a strusciarsi contro le mie gambe a coda ritta e con sonore fusa.

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