8 nov 2013

IL PALLISTA D'ACCIAIO

La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. In questo caso abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c’è niente che funziona… e nessuno sa il perché!  (A.Einstein)

Che paura, arriva l'uomo con le palle d'acciaio. Si è tolto dalla fronte la scritta di "joe condor" e ha affermato, incurante dei problemi che potrebbero sorgere nei rapporti con la gentile consorte, "i have balls of steel". E così, mentre qualche malalingua afferma che gli operai dell’Ilva, comprovati esperti in metalli, sarebbero disposti a fondergliele all’istante, mister «palle d'acciaio», al secolo Enrico Letta, premier delle larghe intese, si posiziona, a beneficio dei posteri, nella storia della seconda repubblica con questo appellativo. E' proprio vero che il potere, alla fine, da alla testa a meno che in questo caso non si tratti di una mutazione genetica.

Ma, se dobbiamo parlare di palle, parliamone, anche perchè, la più consona traduzione dell'asserto in questione sarebbe quella de "il pallista d'acciaio". Lui non scherza, in Europa ha fatto il diavolo a quattro per promuovere gli interessi e le ragioni dell'Italia e Merkel e Hollande, appena lo hanno visto, si sono fatti piccoli piccoli, annichiliti da cotanto supereroe della nostra politica. Ma, scherzi a parte, la realtà e che quando andiamo a Bruxelles ci caliamo le braghe. E infatti:
  • ha chiesto l'intervento europeo sui Marò e la risposta è: sono problemi di  Roma. 
  • ha chiesto una soluzione comune per l'emergenza sbarchi. Risposta: Lampedusa è un affare italiano. 
  • ha chiesto garanzie per il made in Italy e in effetti l'Europa si è  affrettata a tutelare i prodotti francesi, tedeschi, spagnoli, ungheresi e dell'ultimo arrivato.
Dunque, nonostante gli indefessi sforzi di questo strapaesano supereroe, l'Europa si preoccupa dell'Italia solo quando c'è da parlare della nostra "austerity" o del rapporto tra il nostro debito pubblico e Pil. Lì sono tutti d'accordo e si divertono a tirare calci alle palle d'acciaio del fintamente battagliero ma in concreto mite premier.

Alla fine le palle girano agli italiani. Tante palle come quelle che ha raccontato e continua a raccontare Letta dal suo alto scranno non le ho mai sentite dire da nessuno in vita mia. E’ capace perfino di mentire su quello che ha mangiato a colazione. Il problema del premier non sono le sue palle d'acciaio ma il fatto che sono d'acciaio quelle che racconta, le falsità che continua a propinarci. Davvero volete abbassare le tasse? Sarebbe bello, ma ci dispiace, non esiste la copertura. La ripresa è all'inizio? Leggete l'ultimo rapporto ISTAT sull'occupazione, sulla povertà in aumento, sul calo dei consumi e Vi renderete conto di quale palla colossale sia questa affermazione. Il taglio dei costi della politica? Una vera utopia. La "spending review"? Rimane un progetto di cui si trova traccia solamente nel libro dei sogni. Entro cento giorni cambieremo la legge elettorale? Lo ha detto Letta sul Porcellum il 13 maggio 2013. E così via. 

Ma, in fondo in fondo crediamo a ciò che ci dicono e siamo tutti felici e contenti. Anzi ci sentiamo collettivamente, uomini e donne, dotati di "balls of steel" anche se il paese sotto il peso di tanto acciaio stà lentamente ma definitivamente sprofondando. A questo punto mi sorge un sospetto e, tanto per continuare ad utilizzare lo "slang" d'oltre Manica, comincio a credere che non siamo poi un paese di "balls of steel" ma di "heads of dick" o meglio di "shitheads".

Finchè non arriverà una Angela bionda dotata di un grosso didietro e nota come "fatass" che dell'Italia e degli italiani farà un sol boccone. Prosit, e così sia.
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