10 dic 2013

ADDA PASSA' A NUTTATA

Natale. Giorno speciale, consacrato allo scambio di doni, all'ingordigia,  all'ubriachezza, al sentimentalismo più melenso, alla noia generale e a domestiche virtù. (Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911)

Signori miei (incipit solitamente adottato dal sindaco di Firenze, il noto Matteo Renzi) il "count down" è Iniziato ormai da tempo e sta per arrivare alla sua naturale conclusione. Per la verità il famoso conteggio dei giorni mancanti al Natale è iniziato subito dopo ferragosto, ed è da allora che i commercianti hanno iniziato a pianificare il programma di allettanti offerte-fregatura con lo scopo più o meno nascosto di scatenare nel periodo natalizio la solita corsa insensate ai consumi,ovvero la sistematica depredazione economica dei già tartassati cittadini.

In queste giornate i comportamenti prenatalizi della gente stanno raggiungendo l'apice: il limite massimo della tolleranza e della pazienza. Ovunque dobbiamo sopportare la vista degli abeti natalizi, destinati a morire in breve tempo anzichè crescere e vivere nelle odorose foreste del nord e orrendamente sfregiati da pacottaglia luccicante importata dalle fabbriche terzomondiste che sfruttano vergognosamente, con il plauso dei dementi  consumatori nostrani, mano d'opera spesso minorile.

Entriamo in esercizi commerciali serviti da stressati ed esausti commessi costretti a subire ore ed ore di straordinario tanto per permettere ai negozianti di stare aperti a tutte le ore del giorno e della notte, della settimana e del week end. Passeggiamo sotto mostruose ed energivore sovrastrutture stradali luminose (spesso allestite con danaro pubblico) che fanno a botte con il buon gusto e con l'austerità richiesta dalla disastrosa situazione economica del paese. Assistiamo inermi alle manifestazioni di scazzo dei passanti frastornati da l'innaturale luminosità ambientale e costretti a transitare spesso su sporche stuoie e polverosi tappeti rossi stesi sopra i lerci marciapiedi cittadini che, dando per scontato l'evidente rischio di inciampo, dovrebbero (aimè) invogliare i medesimi all'acquisto.

E a complicare questo desolante quadro esistenziale ci si mette anche il traffico veicolare, che non può più essere chiamato tale ma diventa un amalgama disordinato e caotico che si sposta impazzito in tutte le direzioni possibili spesso cercando per ore un parcheggio e finnendo poi per trovarlo, come si dice, a "casa del diavolo".

Così assistiamo allo sconcio spettacolo di intere famiglie appiedate che marciano compatte per coprire la distanza dal parcheggio al centro cittadino, luogo di elezione per il tanto sospirato shopping natalizio. E a volte si tratta di coprire distanze di chilometri e chilometri, con tappe forzate in bar o qualsivoglia luoghi di ristoro se non con sosta in ostello per trascorrervi la notte. 

Dunque la jattura natalizia si sta avvicinando e, si dirà, una festa così carica di significati si aspetta tutto l'anno. Ma queSta festa che dovrebbe  essere bella, intima, suggestiva, con le famiglie raccolte attorno al presepe con il bue a l'asinello, il bambin Gesù nel suo giaciglio di paglia e i due premurosi genitori che gli alitano addosso casomai non bastassero i fiati dei due animali suddetti si è trasformata in un bolgia infernale dove ci agitiamo come formiche impazzite dominati dall'impellente e spossante desiderio di spendere il più possibile in cose che mai e poi mai in tempi normali avremmo pensato di acquistare.

E questo è niente. Ci aspetta l'ultima e più ardua prova: il pranzo, anzi la grande abbuffata natalizia. Questo momento apicale delle festività si consuma intorno al tavolo del pranzo, esageratamente imbandito, pieno zeppo di cibi con una progressione infinita di portate che va dagli antipasti ai dolci in un crescendo di apporto calorico ed emotivo. Una vera mazzata per gli stomaci dei festaioli  inabilitati ad ingurgitare una simile quantità di cibi e bevande. Un vero e proprio attentato alla salute pubblica, un dannosissimo incremento ai livelli di colesterolo e di glucosio, un'incurante sfregio alle raccomandazioni dei medici di famiglia.

Nel frattempo le gastronomie, in questi giorni aperte fino alle ore piccole, scongelano a ciclo continuo piatti pronti fin dalla guerra del 15-18 e scongelano di tutto dall’alba al tramonto, indefesse,  per soddisfare anche le più strambe richieste (vanno molto i cibi esotici, quelli che per la carenza di  materia prima non si possono cucinare in casa) di tutti gli avventori.  

Ed è naturale che dopo tali traumatiche esperienze alimentari molti si sentano male e ricorrano al pronto soccorso di zona dove troveranno medici esperti in tali faccende e pronti alla bisogna con la cannula della lavanda gastrica in mano. Però, si dirà, non fa niente, è Natale, e la colpa è solo dello stress che porta questa festività e siamo anche pronti a ricominciare al prossimo capodanno, alla non lontana Pasqua, e così via. E allora viva tutte le italiche festività, non importa se laiche o religiose,  basta che si proceda con la "grande bouffe" anche a costo di un lento ma progressivo suicidio alimentare.

Ma a questa follia collettiva esiste un rimedio e ve lo consiglio. Durante questa fase di forzata allegria limitate al massimo le uscite e date la preferenza alle gioie del focolare domestico, rimandate la frequentazione di compagnie di gaudenti, posticipate qualsiasi acquisto al prossimo anno, non fate regali (solitamente inutili) attribuendo la colpa alla crisi economica e soprattutto adottate un regime di digiuno programmato limitandovi ad assumere solo i cibi che Vi consentano la sopravvivenza. E non abbiate paura Vi farà bene al portafoglio, al fisico, alla mente è vi consentirà finalmente di smaltire qualche chilo di troppo.

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