13 dic 2013

VESPASIANI

Orinare nella natura è una cerimonia religiosa con la quale promettiamo alla terra che un giorno o l’altro ritorneremo a lei tutti interi. Milan Kundera, Amori ridicoli, 1968
Resti di una latrina della 
antica Roma

Passeggiare per le strade della città eterna, immersi nella storia, è sempre molto piacevole ma a volte può diventare fonte di increscioso disagio. Tra le tante cose da ammirare vi sono anche straordinarie fontane e può capitare che, passando per diporto davanti ad una di esse, magari la rinomata Fontana di Trevi o la arcinota Barcaccia di piazza di Spagna, ci si senta accomunati dal sonoro scroscio acquifero che ne proviene e si avverta l'impellente desiderio di reperire un sito appartato atto a ricevere il proprio personale zampillo.

Ognuno ha i propri bisogni ma, tra coloro che pianificano l'aspetto dei nostri  centri urbani, l'espletamento di questa fisiologica necessità, ricordando altresì una uguaglianza spicciola tra i cittadini, viene necessariamente bandita dalla vista civica come pubblica vergogna per non andare ad inficiare il predominante concetto del decoro urbano. 
Un vespasiano di fine '800 

E, dato che tali naturali bisogni a lungo andare potrebbero autonomamente prorompere, si accelera il passo nella vana ricerca di un luogo acconcio. A nulla vale aver espresso queste necessità ai gestori dei numerosi bar o comunque pubblici esercizi che si incontrano sul cammino perchè, come minimo, si viene cortesemente avvertiti che i servizi igenici sono momentaneamente inagibili oppure, come per accedere ai medesimi, si debba procedere con un qualsiasi acquisto, spesso un indesiderato caffè. Questo problema era fin troppo noto agli antichi abitatori dell'Urbe tant'è vero che uno dei più conosciuti imperatori di Roma, tale Tito Flavio Vespasiano che governò col titolo di "Caesar Vespasianus Augustus" nel primo secolo d.c, tra le tante opere pubbliche concepite per venire incontro alle necessità dei suoi concittadini (ogni riferimento ai nostri politici è puramente casuale) fece allestire, nell'interesse di tutti, un servizio di orinatoi pubblici da allora in poi denominati nella vulgata popolare "vespasiani".
Uno degli ultimi 
vespasiani prima della 
loro scomparsa

I vespasiani divennero, nei secoli successivi, una costante delle nostre città fino a quando negli anni '50 improvvisamente e nell'indifferenza generale scomparvero senza lasciare traccia. Forse esteticamente lasciavano alquanto a desiderare, ma la loro pubblica utilità era indiscussa ed erano da considerare un vero e proprio monumento alla democrazia partecipativa. In un tempo lontano, diciamo in epoca medioevale, si configuravano come una specie di garitta tipo edicola a completa disposizione dei passanti.

Divennero poi nicchie di pietra basate su una vaschetta pure di pietra forata nel mezzo applicata ai muri delle case sui marciapiedi e infine venne un tempo in cui ognuna di quelle nicchie fu munita di due pudiche e protettrici alette di ferro e successivamente interamente racchiusi da una struttura sempre di ferro, con due aperture laterali che avvolgevano mezze pareti di porcellana bianca, ingiallite di orina e maleodoranti. Esistevano anche graziosi piccoli chioschi in legno verniciato disseminati per la città mentre gli ultimi vespasiani diventarono opera concettuale d' arredo urbano, acquisirono la tecnica cementizia con inserti in travertino e presero l'aspetto di cabine in muratura aperte ai lati con acqua corrente destinata all'igiene del luogo.
Un moderno vespasiano
 chimico

Dunque questi erano i vespasiani romani, posti che hanno servito anche al sottoscritto e che sovente erano meta di individui sessualmente alternativi che non tralasciavano di sbirciare di sottecchi l'attrezzo che l'ingenuo utilizzatore aveva al momento tra le mani.
E oggi? Oggi tutto ciò non esiste più e per porre rimedio ai rigagnoli di chiara provenienza che scorrono tra i smpietrini in cerca del più vicino tombino gli addetti del comune hanno provveduto all'installazione di rarissimi bagni chimici che però, oltre a quell’inquietante aggettivo, sono esteticamente repellenti. Non rimane che prendere in considerazione l'idea di dotare la città di vespasiani ultra-trch a scomparsa nel sottosuolo, cosa con cui sinceramente dissento perchè si rischia di prendere troppo sul serio un momento, anche se delicato, del tutto personale.

Ma l'esigenza rimane insoddisfatta e in proposito mi permetto di formulare una proposta: e se tornassimo all'antico?

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